In occasione della 51ª Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali, che si celebrerà domenica 28 maggio, l’Ufficio Comunicazioni Sociali e la Caritas di Benevento allestiranno la mostra “La storia che vogliamo. La buona notizia in prima pagina”. L’iniziativa è inserita nell’ambito del Festival dei popoli (organizzato per il fine settimana dalla Caritas diocesana) e vuole esprimere una modalità personale della Chiesa locale di accogliere il messaggio del Papa per la giornata. La parola chiave sulla quale si sta riflettendo in queste ultime settimane è la “buona notizia” che Papa Francesco ricorda essere “l’occhiale adeguato per decifrare la realtà”.
La mostra ripropone la storia dall’11 settembre 2001 ad oggi, attraverso la lente d’ingrandimento delle principali testate giornalistiche nazionali, per poi – ed è questa l’originalità dell’iniziativa – proporre un percorso alternativo, immaginario, riproponendo gli eventi da una prospettiva diversa, quella relativa alle conseguenze proprie di scelte di pace anziché di guerra.
L’allestimento è curato, infatti, dai ragazzi del Servizio Civile Nazionale, operatori di pace per definizione, coordinati dall’Ufficio Comunicazioni Sociali diocesano.
Se è vero che la storia non si fa con i “ma”, è altrettanto vero che l’intenzione della mostra – spiegano gli organizzatori – è quella di lanciare un input per il futuro, dimostrando alle attuali generazioni, soprattutto quelle più giovani, che è possibile una difesa dei valori della pace attraverso scelte politiche diverse.
Ecco quanto esprimono i giovani volontari del Servizio Civile della Caritas di Benevento, in un passaggio della mostra:
“Abbiamo servito la memoria di questi primi 15 anni, dal 2001 al 2016, raccontando a tutti come sarebbe potuta andare. Accendere i riflettori su ciò che potrebbe ancora essere, se ad imporre le agende dei potenti non fossero più guerre tribali, dettate dall’accaparramento delle risorse, ma il desiderio di vivere felici in comunione tra i popoli. Abbiamo immaginato quale sarebbe potuta essere la storia, perché è in questa direzione che vorremo andare per i prossimi anni.”
Una buona notizia, dunque, per camminare insieme, come unica Chiesa e con Papa Francesco “comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”.