L’iconografia classica lasciata da parte, il rischio di non essere compresi era molto elevato. Un congresso eucaristico non è d’altronde un evento di tutti i giorni, riflettori puntati su ogni dettaglio, schemi del passato e sguardi in avanti da dosare con giudizio. Al varco si profilava l’attenzione vigile del cardinale Joseph Ratzinger, titolare del dicastero vaticano per la Dottrina della Fede. Eppure quella copertina della rivista diocesana “Tempi nuovi”, che per l’occasione aveva realizzato un numero speciale che chiudeva una serie di pubblicazioni preparatorie del congresso, finì proprio nelle mani del futuro Benedetto XVI. La consegna avvenne in occasione della sua Lezione magistrale sull’Eucarestia all’interno dell’auditorium Giovanni Paolo II.
Su quella copertina campeggiavano mani impegnate a impastare, un richiamo profondo a quel “Date voi stessi da mangiare” espresso da Gesù agli apostoli di fronte alla folla radunata per ascoltarlo. “Il cuore della proposta siamo noi stessi, inseriti in una formidabile catena di montaggio del pane di cui anche le briciole hanno un senso profondo, sono le nostre storie consegnate al progetto di Dio nel tempo”. Ebbi la certezza, come la storia del suo stesso pontificato, ormai alle porte, ha poi dimostrato, che Ratzinger riservasse a quella mia piccola presentazione, imbastita quasi a prevenire eventuali reazioni di carattere rigorosamente dottrinale, un’attenzione cortese ma sincera. L’idea che mi feci fu che in quel momento egli avesse la priorità di capire la singola mia presenza isolata dal contesto, quasi una lezione precisa sulla relazione interpersonale, un monito sulla gentilezza come porta del dialogo. Ascoltare le domande prima di dare le risposte, questo è un tema della comunione ecclesiale come delle condivisioni più in generale, e a quel tempo di domande ve n’erano tante alla ricerca di risposte che la storia e le trasformazioni in atto non sembravano ancora in grado di fornire.
Il cardinale seppe donare alla diocesi beneventana, con la sua relazione di fondo e l’omelia all’interno della cattedrale, con gli incontri destinati al clero e alle associazioni, un ricchissimo patrimonio di spunti teologici ed ecclesiali.
Il dopo-congresso incassò, anche grazie allo straordinario impatto culturale che ebbe la presenza di Ratzinger, una serie di risultati importanti sul piano pastorale e in direzione sinodale, nonostante la fatica a compiere passi decisivi. Un altro risultato di grande apertura culturale, ricordo fu l’adesione del Maestro della Transavanguardia, Mimmo Paladino, alla richiesta di realizzare il logo del congresso eucaristico. Dopo quella esperienza fu chiamato dal Vaticano a realizzare una delle croci impiegate per le udienze pontificie, poi ancora la copertina del messale e infine l’intera illustrazione nella più recente versione proposta dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Nico De Vincentiis