CIVES- Laboratorio di formazione al bene comune ha ospitato, per la quarta videoconferenza del ciclo d’iniziative “CIVES in Dialogo”, un confronto con Marco Bentivogli, esperto d’innovazione e politiche del lavoro e coordinatore di Base Italia. Base Italia è un’associazione che persegue finalità culturali attraverso la promozione e la realizzazione di iniziative di studio e di ricerca in materie economiche, giuridiche, sociali e ambientali a livello nazionale, in materia di lavoro, assistenza, sicurezza, salute, istruzione e formazione, ambiente, finanza ed economia.
L’associazione è presieduta dal filosofo Luciano Floridi dell’Università di Oxford e compongono il comitato scientifico personalità di alto profilo, tra cui: Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali; Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Leonardo Becchetti, ordinario di Economia Politica; padre Francesco Occhetta, gesuita e scrittore; Alessandro Rosina, ordinario di Demografia e Statistica; Mauro Magatti, ordinario di Sociologia; Lucia Valente ordinario di Diritto del Lavoro.
L’incontro è stato introdotto da Ettore Rossi, coordinatore di Cives, che ha sottolineato il fatto che “il giudizio sulla realtà ci induce ad essere grandemente preoccupati poiché molte cose non funzionano e la pandemia non ha fatto altro che mettere in evidenza tutti i nostri punti deboli. Di fronte a ciò siamo tutti impegnati nello sforzo di ripensare le nostre comunità. È quello che proviamo a fare anche con Cives immaginando che, anche a livello locale, sia necessario promuovere classi dirigenti capaci di costruire il futuro e non solo di attenderlo o temerlo”.
“Nel periodo in cui facevo il sindacalista – ha esordito Marco Bentivogli – molti italiani mi chiedevano cosa potevamo fare per questo paese che continua a perdere treni importanti: Base Italia prova a rispondere a questa domanda che è più forte di quello che la politica nazionale stenta a riconoscere e che è tanto diffusa quanto frammentata. Noi pensiamo che la qualità dei gruppi dirigenti, non solo politici, è calata per due motivazioni: la prima risiede nell’antipolitica che è stato un frutto amaro per il nostro paese portando persone sprezzanti della loro inadeguatezza a ricoprire ruoli di primo piano; il secondo motivo sta nel fatto che le persone di qualità si sono rassegnate e si sono ritirate nel privato, proprio in un momento in cui il nostro paese ha bisogno di loro. C’è un problema di rilegittimazione delle idee in quanto le opinioni oggi sono contrabbandate come idee, basta vedere i talk show. Mentre il pensare è faticoso”.
Bentivogli ha continuato dicendo: “Base Italia deve essere un network di nodi territoriali. Abbiamo un grande comitato scientifico che deve continuare ad elaborare proposte. Noi vogliamo tornare nei luoghi dove c’è proprio bisogno di idee: penso alle periferie ma anche alle aree interne, posti che vengono attraversati solo dal turismo elettorale senza che si incida sulla vita delle persone. Vogliamo essere lievito di partecipazione e integratore di energie.
La politica, tutta, si è scollegata dal paese e quella che paradossalmente è più collegata è proprio quella populista e sovranista che però è associata agli istinti peggiori. Serve, invece, una politica che riprenda i temi che riguardano la vita quotidiana delle persone e soprattutto che sia capace di proporre una semplificazione della complessità. Un compito che prima era demandato agli intellettuali e che oggi invece non c’è o meglio esiste solo nella sua dinamica di banalizzazione. Dobbiamo ritornare ad essere un paese in cui quando si vede una persona che fa politica, sindacato o rappresentanza, una delle arti umane più nobili che possa esistere, la si guardi con rispetto e con ammirazione”.
“Il paese deve ricostruire la sua comunità di valori e persone” ha aggiunto il Coordinatore di Base Italia. “Le tre culture fondamentali che hanno fatto l’Europa e l’Italia sono quella cattolico democratica popolare, quella socialista riformista e quella liberale: queste tre culture hanno fatto la lotta al nazifascismo insieme, hanno fatto la Costituzione repubblicana insieme e hanno fatto delle cose che oggi sembrano impensabili come la riforma della scuola per tutti o la riforma della sanità per tutti. Da allora queste tre culture non solo non collaborano più, ma non sono neanche più riconoscibili, non determinano più rappresentanza ma soprattutto non hanno più la forza di essere radici: non serve rivendicare un certo identitarismo ma serve rivendicare una forte collaborazione proprio tra culture diverse perché rimarcare la propria identità culturale senza la capacità di metterla a confronto con le altre culture non ha mai fatto gemmare un sano progetto di riformismo. In Base Italia abbiamo persone di estrazione diversa perché, come diceva Einstein, fare riunioni tra persone che la pensano allo stesso modo è una perdita di tempo”.
Bentivogli ha concluso dicendo che “Dobbiamo fare tutti un metro in più verso la politica e Base Italia intende essere una start up civica che dirà a tutti di occuparsi di più del proprio quartiere, del proprio territorio e del proprio Paese. Credo sia un messaggio importante perché il treno del Next Generation EU è l’ultimo per il nostro paese e vediamo che a tal riguardo c’è troppa improvvisazione e l’unica forza del Governo è avere un’opposizione a vuoto di idee. Però tra le due cose il rischio che corriamo è non costruire un piano all’altezza della sfida che ci attende”.