Presso il Centro Servizi per il Volontariato Irpinia Sannio, CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune ha presentato ieri pomeriggio il documento “BENEVENTO FUTURO – Manifesto per una città più coesa, solidale, innovativa e felice”. L’introduzione di Ettore Rossi ha fatto riferimento al merito del documento, scritto a più mani, strutturato su dieci idee forti così articolate:
- Prepariamo insieme il futuro di Benevento
- Investiamo sulla grande bellezza di Benevento e del Sannio
- Mettiamo i cittadini al centro della democrazia locale
- Crediamo che le politiche sociali siano un investimento
- Sosteniamo nuove forme di innovazione e conoscenza
- Vogliamo che l’economia possa servire le persone
- Dobbiamo sentirci sicuri nella nostra città
- Pensiamo la città con il paesaggio, il suolo e l’agricoltura
- Facciamo di Benevento una città sostenibile
- Noi siamo cittadini responsabili
Facendo riferimento al primo punto ma, più in generale alla genesi del documento che include 65 proposte e progettualità, Ettore Rossi ha affermato: “La città è il luogo delle nostre aspirazioni. Dobbiamo pensare per la nostra città ciò che vale per tutte le città del mondo, cioè essa è il luogo in cui le persone cercano di realizzare le loro aspirazioni e trovare risposte alle loro ansie e ai loro problemi. Se però le donne e gli uomini che in essa vivono non trovano riscontro a tali domande e istanze profonde è quasi inevitabile la scelta dell’abbandono o il continuarci a stare senza speranza e con rassegnazione. Sulla base di questa considerazione di fondo come comunità di “CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune” abbiamo deciso, con il contributo di tante persone competenti che hanno a cuore il destino della città di Benevento e l’ambizione di costruire nuove prospettive, di proporre un Manifesto per una città più coesa, solidale, innovativa e felice. Per preparare il futuro di Benevento, senza aspettare che esso semplicemente arrivi, è allora fondamentale ripensare la città con i cittadini che la abitano. Per quanto riguarda il nostro compito di appartenenti a pieno titolo alla comunità cittadina, ci è richiesto di concorrere a progettare la Benevento dei prossimi vent’anni. E questo, appunto, va fatto con noi cittadini beneventani. Si tratta di un primo passo, necessario ma non sufficiente, per la costruzione di una visione condivisa sul futuro di Benevento, che dovrà essere creata mediante l’ascolto di portatori di interesse diffuso”.
“Nella nostra visione è necessario – ha continuato Rossi – la realizzazione di un Piano Strategico per l’area vasta; tramite questo strumento si può costruire un’idea e una strategia avendo la contezza di come sta la città e il contesto territoriale e soprattutto di quello di cui c’è bisogno per svilupparsi. È importante sottolineare l’importanza di un Piano Strategico di area vasta per le città intermedie – Benevento è tra queste – perché esse hanno bisogno di un contesto territoriale più grande per immaginare traiettorie di sviluppo. Dobbiamo dedicarci a costruire un posizionamento della città e del territorio, cioè il brand di Benevento che la identifichi con un proprio profilo per attrarre turisti alla ricerca di luoghi nuovi poco conosciuti. Abbiamo, inoltre, bisogno di dare nuova linfa alla democrazia locale attraverso la costruzione di meccanismi concretamente ed operativamente partecipativi. Di fare ricorso a strumenti di democrazia deliberativa. La strada è quella che ci ha indicato Papa Francesco: si tratta di iniziare processi più che di possedere spazi, di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società”.
“Le questioni e le tematiche da affrontare sono tante – ha concluso Rossi – Abbiamo individuato quelle che riteniamo essenziali, che rappresentano la sostanza della vita in comune nella nostra città, avanzando delle idee-progetto come base di dialogo con quanti vorranno condividere, obiettare, aggiungere, trovare nuovi metodi. Da forme di dialogo che promettono di incidere sulla realtà delle cose può nascere una nuova stagione dei doveri, in pari con quella dei diritti, che rimetta insieme la città”.
In seguito sono intervenuti, brevemente, sui vari temi oggetto del corposo documento, il docente dell’Università degli Studi del Sannio Alessio Valente; Giuseppe Moschella, già comandante del corpo della Polizia Municipale di Benevento; Giacomo Pucillo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Benevento; l’architetto Franco Bove; Fulvio De Toma, presidente della sezione Turismo e Tempo Libero di Confindustria Benevento; il designer Franco Francesca; Antonella Pontillo, dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare; Antonio Follo; Ennio Graziano, amministratore del Comune di Pietrelcina, Sonia Caputo insegnante, Maria Fanzo, cooperatrice sociale e, in collegamento, Paolo Rizzi docente dell’Università Cattolica di Piacenza.
In conclusione, Roberto Costanzo ha fatto un breve commento al documento affermando che “questo può essere considerato quasi un manifesto amministrativo, da leggere alla presenza di quelli che si impegneranno al rinnovo del Consiglio Comunale di Benevento nella prossima primavera. Al suo interno ci sono proposte interessanti per la città capoluogo che ha una storia ed una geografia particolare e proprio su quella storia e su quella geografia bisogna costruire una nuova città. Dobbiamo continuare a chiederci, infatti, perché tante persone nel corso dei secoli hanno individuato proprio questi luoghi come centro di espansione, probabilmente riflettendo sulla posizione strategica della città di Benevento. Da qui dobbiamo ripartire”.