Il tema “Turismo sostenibile: un’opportunità per Benevento e il Sannio” è stato al centro dell’ottava videoconferenza, organizzata da CIVES – Laboratorio di formazione al bene comune, nell’ambito del nuovo ciclo di iniziative CIVES in Dialogo. Al dibattito hanno preso parte Paolo Corvo, docente di Culture del viaggio e dinamiche sociali all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Fulvio De Toma, presidente della Sezione Turismo e Tempo libero di Confindustria Benevento.
Ha introdotto il dialogo Ettore Rossi, coordinatore di CIVES, che nella sua introduzione ha affermato: “Pensiamo che Benevento ed il Sannio possano diventare delle piccole capitali del turismo sostenibile. Si tratta di un turismo che tiene conto dell’impatto ambientale, economico, sociale ed anche futuro ma soprattutto prova a rispondere alle esigenze dei turisti e dell’ambiente ospitante. Abbiamo detto che è necessario mettere in atto una strategia, ancora mancante, che coinvolga tutti gli attori del territorio operanti nell’ambito del turismo, costruendo un posizionamento della città e del territorio, un vero e proprio brand che ne identifichi un profilo preciso. Osserviamo che Benevento, pur essendo ricca dal punto di vista del patrimonio storico, artistico e culturale, è una delle città della Campania che ha meno turisti rispetto agli altri capoluoghi della regione”.
“Con il turismo sostenibile – ha concluso Rossi – è possibile mantenere un equilibrio tra l’offerta delle nostre risorse al mondo esterno e la necessità di conservarle anche per le generazioni future, aumentando la qualità della vita dei residenti e rendendole esperienze turistiche anche molto importanti per chi ci viene a trovare.
Una particolare attenzione, in questa logica, è quella di dare tutela al patrimonio culturale del proprio territorio così da dare una mano agli operatori ma anche alle comunità locali”.
Paolo Corvo, prendendo la parola, ha affermato: “Venendo a Benevento sono stato colpito dal patrimonio artistico-culturale presente in città. Probabilmente uno dei motivi per cui ci sono pochi turisti è perché la città è poco conosciuta: oggi un veicolo è la squadra di calcio in serie A che rappresenta un modo per pubblicizzare il territorio, entrare in alcuni circuiti e sfruttare un momento favorevole”.
“Per il turismo, in generale, viviamo una fase complicata – ha aggiunto Corvo – ma questo è anche un momento in cui c’è la possibilità di cogliere bene quali sono i problemi, trovando anche la forza e il coraggio di fare quelle innovazioni che in un momento canonico non faremmo.
La riforma del Titolo V della Costituzione ha creato molta frammentazione nel sistema turistico, questo complica il sistema che poi, alla luce del Covid, ha dovuto subire ulteriori battute d’arresto ad esempio nei confronti delle città d’arte. Vista la situazione si sta puntando su un turismo di italiani, con la valorizzazione dei territori meno conosciuti, dei borghi storici, delle aree interne.
Abbiamo osservato un aumento del turismo all’aria aperta o comunque verso territori meno conosciuti e meno affollati. Le nuove sfide da cogliere sono quelle di poter garantire tutta la sicurezza ai turisti senza creare un senso di ospedalizzazione, allo stesso modo sarà decisiva la capacità di innovazione. Le parole chiave sono turismo slow e sostenibile, sicurezza, ambiente, natura, sport”.
“Alcuni punti vanno necessariamente superati – ha continuato Corvo – gli operatori turistici devono capire, ad esempio, che questo è il momento di fare squadra senza essere uno avversario dell’altro, partecipando tutti alla vittoria di un territorio. Sarà decisivo il rapporto tra pubblico e privato dove vanno vinte le diffidenze reciproche, così come è fondamentale il coinvolgimento della popolazione locale per evitare la creazione di fenomeni di “antiturismo”, come l’incapacità di essere accoglienti con il turista. Ciò accade quando vi è una progettazione calata dall’alto, mentre è importante pensare ad iniziative dedicate anche alla popolazione locale. Tutti devono trarre un vantaggio dal sistema turistico, sia i turisti appunto, che la popolazione residente. Benevento e il Sannio, ovviamente, rientrano bene nel contesto del turismo orientato verso i borghi valorizzando tutti i contesti importanti in maniera sostenibile”. Bisogna lavorare per far entrare tutto il territorio sannita nei circuiti turistici, con l’obiettivo che i visitatori si fermino almeno due giorni, cercando di superare la mentalità individualistica degli operatori attraverso azioni comuni, per esempio: “Facciamo tutti il menù con carta riciclata. Soprattutto, l’ente pubblico deve essere capace di mettere insieme gli interessi diversi, così come bisogna formare operatori con nuove mentalità con particolare attenzione alle figure direttive e manageriali. Oggi il turista è molto più esigente, attraverso il viaggio esprime un desiderio di felicità e nel luogo che visita vuole sentirsi come a casa sua”.
Fulvio De Toma nel suo intervento, interloquendo con quanto detto dal Prof. Corvo, ha evidenziato che Benevento e la sua provincia presentano “un patrimonio culturale elevato. Abbiamo un’offerta importante, ma non si fa squadra, non c’è rapporto pubblico – privato anche se la popolazione è sufficientemente coinvolta, in quanto i sanniti sono un popolo accogliente per natura”. Sul piano delle cose da fare De Toma ha affermato: “Vanno costruite delle reti, dobbiamo mettere in vetrina le nostre risorse per vendere il territorio. Occorre progettazione e un’offerta di qualità. Ci son tutte le condizioni se pensiamo che Benevento nello spazio di un chilometro presenta bellezze di assoluto valore, però è necessario superare una concezione museale dei nostri beni”.