La festa della solidarietà di Benevento in programma sabato 4 presso il centro “La Pace” di Benevento, quest’anno vede la partecipazione di un ospite eccezionale: il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, che parlerà alle ore 17 sul tema: “La pace è… giustizia e integrazione”. Nella sua missione pastorale il cardinale ha saputo coniugare le mansioni squisitamente pastorali e magisteriali di vescovo con l’interesse evangelico per le periferie esistenziali così care a Bergoglio e con un particolare interesse per i poveri e migranti. Particolarmente attento al mondo del lavoro, il presule si è fatto anche notare per le posizioni di accoglienza e dialogo con la collettività Lgbti, che proprio a Bologna ha, a livello associazionistico, una delle sue principali sedi storiche. Sono ben note le parole che rivolse, il 16 giugno 2016, alla Fiom riunita a Bologna per il 115° anniversario del sindacato. «Il sindacato – ebbe a dire in quell’occasione – ha sempre avuto attenzione nel difendere quello che è di categoria, ma anche quello che non è immediatamente nella propria categoria, come la dignità dell’uomo, dei diritti della persona. La lotta contro qualunque ingiustizia è nel profondo di chi ha a cuore il bene della propria categoria, ma anche il bene comune». «Un prete amico dei poveri, dell’Africa, della pace. Così la Comunità di Sant’Egidio ha annunciò sul proprio sito internet la notizia del “suo” primo cardinale. Lo scorso maggio, l’arcivescovo Zuppi aveva ricordato il 50esimo della Comunità in un’omelia che rivela il suo modo di guardare ai poveri, che è lo stesso di Papa Francesco. «Davvero Dio non fa preferenze di persone. Il mondo sì. Sceglie le apparenze, l’immagine, preferisce i risultati immediati e facili, considera perduti quelli che richiedono impegno e sacrificio. Ringraziamolo perché per Dio siamo tutti suoi, diversi ma allo stesso tempo tutti suoi, tutti un dono da proteggere, aiutare ad esprimere, da capire, tutti da amare perché solo così il dono che siamo ognuno di noi può fiorire e maturare. Per la comunità è sempre stata così forte la consapevolezza che tutti possono essere raggiunti dall’amore del Signore senza le esclusioni a volte sottili, altre volte credute giustificate dalla paura o nascoste dall’indifferenza. Tutti sono i molti che già fanno parte della mensa eucaristica perché il Signore versa il suo sangue per noi e per loro. Ce li indica perché partecipino anche loro alla mensa. Anzi: già ne fanno parte!». «Dio – ha ripetuto Zuppi – non fa preferenze, ama tutti e ci insegna ad amare tutti, che significa anche dare valore ad ognuno, restituire quello che l’ingiustizia toglie. La Comunità non ha mai smesso di amare le differenze, di cercare conoscerne la storia e di gustare la ricchezza di ognuno e allo stesso tempo ha tessuto quella rete di amore che viene dal Vangelo, dall’amare il prossimo come noi stessi, da unire l’amore per Dio, lo spirituale, l’ortodossia all’amore per l’altro, all’ortoprassi, all’incontro con quel sacramento eucaristico che sono i poveri».