«Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Cosa vedi, Geremia?”. Risposi: “Vedo un ramo di mandorlo”. Il Signore soggiunse: “Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla”» (Ger 1,11-12). Il testo biblico presenta qui «un gioco intraducibile di parole tra mandorlo, shaqed, e io vigilo, shoqed. L’immagine del mandorlo, che attende la primavera per essere il primo a fiorire, evoca qui il “vigilante”, il Dio che sempre veglia per realizzare la sua parola» (Bibbia di Gerusalemme), una Parola che crea e ricrea l’universo, generatrice, perciò, di speranza per l’uomo.
Come vescovi, posti dal Signore a vegliare (episkopoi) su Chiese collocate in zone tra le più fragili del Paese, vogliamo camminare insieme, nell’ascolto di questa Parola che salva, sulle vie tracciate da Lui. In forza del nostro compito, lo scorso anno facemmo presente (cf. lettera Mezzanotte del Mezzogiorno?) che la crisi delle aree interne – del Nord come del Sud – e il loro progressivo spopolamento è divenuta un’emergenza per il Paese: molte comunità, dalle Alpi fino alle isole, sono ormai a rischio d’estinzione anche a causa di politiche contraddittorie e miopi strategie di sviluppo. In quel nostro intervento dicemmo di non volerci rassegnare allo stato di fatto, come se la ricerca di possibili soluzioni dovesse ridursi a una sorta di accanimento terapeutico, esortando invece ad agire non in modo disorganico o scomposto, ma con una progettualità profetica.
Poiché il Signore vigila sulla sua Parola per realizzarla, vogliamo ora avanzare nel cammino, nella convinzione che esso possa coinvolgere anche Confratelli di altre diocesi nelle quali si manifestano problematiche identiche e che – giorno dopo giorno – si trovano a fare i conti con l’affannosa rincorsa a un riequilibrio territoriale, economico e sociale. Rincorsa spesso frustrata dall’incapacità di sintonizzarsi sugli stessi comuni propositi, il che finisce per rendere sterile ogni buona intenzione, anche quella ispirata dai migliori intendimenti. Perché solo camminando insieme potremo conseguire obiettivi degni dell’uomo, realizzare – per dirla con il linguaggio del profeta – la Parola del Signore.
Crediamo sia giunto infatti il momento di sperimentare alleanze significative per invertire l’attuale tendenza, che altrimenti condannerebbe molti a una sorta di lenta, inesorabile agonia. Ciò significa anche una più sistematica attenzione ai temi dei territori e alla problematicità che ne caratterizza i processi di crescita, oltre che un impegno concreto per favorire il dialogo istituzionale e con quanti hanno sinceramente a cuore le sorti dell’Italia, tanto più in questa difficile fase di pandemia, in cui siamo tutti alle prese con una crisi senza precedenti.
L’esperienza del Forum degli amministratori campani – avviata lo scorso anno presso il “Centro La Pace” a Benevento e che vogliamo rendere permanente – potrebbe forse rappresentare quel ramo di mandorlo che segnala il desiderio di primavera, anzi un modo del tutto speciale per favorirne l’esplosione. Come nella natura, anche nella vita della società certe stagioni hanno bisogno di processi che le introducano, di una vigilia attenta e premurosa per produrre effetti concreti e salutari. Servono allora un forte spirito di collaborazione e una ferma convinzione, perché decolli un progetto condiviso a vantaggio delle aree più deboli, le quali, nonostante la fatica a crescere e svilupparsi, restano un’assoluta risorsa per l’intero Paese.
Crediamo che si possa trovare un “campo comune” in cui sperimentare in concreto la nostra stessa ansia pastorale e di promozione umana, nella prospettiva di costruire ponti in questa complessa fase della storia nazionale, per servire con passione e maggiore competenza i nostri territori e le nostre comunità.
Come vescovi della Metropolia beneventana siamo stati dal Capo dello Stato per discutere su questi temi, e abbiamo incontrato e invitato al prossimo Forum (Progetto e competenza motori per una velocità sostenibile) il presidente del Consiglio Conte, il quale ha assicurato la sua presenza e ha manifestato la sua disponibilità a concluderne i lavori. L’evento, inizialmente programmato per fine novembre, a causa delle restrizioni causate dalla pandemia si potrà tenere non prima della prossima primavera, ma sarà introdotto da una serie di tappe, con modalità online, nelle quali giovani amministratori locali avranno l’opportunità di confrontarsi con esperti e tecnici dell’amministrazione dello Stato e delle Regioni, oltre a condividere le buone prassi già attivate in numerose realtà. Anche con il sostegno di strumenti messi a disposizione dai ministeri competenti, sulla piattaforma digitale dedicata al Forum si affronteranno questioni concrete (con applicazioni realistiche in materia di progetti e di utilizzo fecondo di finanziamenti europei, statali e regionali), atte a favorire uno sviluppo armonico ed equilibrato, in grado di produrre nuova occupazione, evitare l’esodo massiccio dei giovani e ridare attrattiva ai territori, affinché mettano a reddito le loro preziose tradizioni e un’invidiabile qualità della vita.
Cercheremo, in sostanza, di operare una full immersion nei meccanismi propri di una programmazione coerente con le vocazioni territoriali. In particolare, utilizzando la modalità a distanza, già entro novembre intendiamo promuovere, con sindaci e consiglieri, un confronto sulle varie realtà locali e le emergenze che le attanagliano. Questa analisi, con il supporto di esperti e alla luce delle ulteriori e inedite questioni poste dal progredire dell’infezione virale, consentirà d’individuare alcune piste di azione già in questa fase di avvicinamento al Forum, rendendolo così ancor più costruttivo. Si cercherà anche di avviare, grazie alle disponibilità raccolte, nuove esperienze di unità territoriali capaci di introdurre percorsi e strategie convergenti.
A entrare nella rete di amministratori e nel progetto Forum, sono invitati in particolare giovani amministratori provenienti da province che condividono la stessa fatica a crescere e a svilupparsi. Questa esperienza, da vivere nello spirito di adesione pratica ai valori evangelici, potrebbe infatti costituire un’importante occasione per aggregare realtà del Paese in cui forse la crisi strutturale non è mai stata affrontata con la dovuta decisione da parte delle istituzioni, e che deve attirare sempre più l’interesse della comunità ecclesiale.
Vogliamo sperare – ne siamo anzi sicuri – che questa iniziativa costituirà per le nostre terre l’avvio di un processo virtuoso, che consentirà di creare, nel coagulo e nella sinergia di esperienze diverse, il clima adatto perché il ramo di mandorlo visto dal Profeta possa fiorire e produrre frutto.
Felice Accrocca
arcivescovo metropolita di Benevento
Arturo Aiello
vescovo di Avellino
Domenico Battaglia
vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti
Pasquale Cascio
arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia
Sergio Melillo
vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia
Riccardo Guariglia
abate di Montevergine