L’auditorium “Giovanni Paolo II” del seminario arcivescovile pieno, con numerose persone in piedi, per partecipare ai lavori del XXXII convegno diocesano pastorale sul tema: “Sogno una scelta missionaria”. Una Chiesa in cammino alla luce dell’Evangelii Gaudium. Dopo la preghiera iniziale e il saluto con il programma della “tre giorni” da parte di mons. Abramo Martignetti, vicario per la pastorale, è iniziato l’intervento introduttivo dell’arcivescovo mons. Felice Accrocca. “Il vangelo è gioia – ha detto l’arcivescovo – e prendiamo le distanze da una Chiesa piagnona, ma in modo graduale ed i passi devono essere indirizzati in un progetto organico”. Ed ha aggiunto. “Non intendo dare indicazioni o soluzioni per il convegno – ha detto l’arcivescovo – ma solo stimoli per avviare e costruire una progetto di Chiesa missionaria. La Chiesa per natura è missionaria, dunque o è missionaria o non è”. “La missione prima ancora che spostamento geografico è una ricerca interiore”. Dunque bisogna passare da “una ecclesiologia escludente ad una includente”. Si devono vivere rapporti inclusivi per un autentico cambiamento. Poi mons. Accrocca ha fatto un’analisi sullo stato di salute della Chiesa: “Non vive un buon momento e mentre discutiamo e a volte facciamo beghe interne il mondo si secolarizza”. L’arcivescovo ha parlato “di una corretta sintassi ecclesiale” per spiegare il modo di essere efficaci più che efficienti. L’esercizio contrario svuota le chiese. Poi l’arcivescovo ha aggiunto: “Bisogna vivere con passione la fede, occorre infiammare l’amore di Dio e non adagiarsi. Occorre passione, il cuore da solo non basta. Cuore e mente “insieme” per centrare l’obiettivo e agire con amore perché “Cristo ci giudica con amore”.