Avviato un processo che si prospetta lungo e a spirale: – I nuovi percorsi in preparazione al matrimonio – visti e condivisi dagli operatori per la pastorale familiare, sia laici che presbiteri, e dalle coppie referenti dei percorsi prematrimoniali. Processo lungo, perché arrivare a proporre il “nuovo”, richiede dialogo, pazienza, spazio relazionale, unità costruita senza annullare le differenze, anzi esaltandole. C’è da mettere insieme chi sente l’esigenza del cambiamento come elemento vitale, chi il cambiamento lo prospetta a partire dai fidanzati, evidentemente diversificati e distanti dai fidanzati di dieci, venti o trent’anni fa, chi il cambiamento lo alimenta dalle istanze sollevate qua e la, chi il cambiamento lo rifiuta come elemento vitale e auto conservativo dello status quo, perché i loro percorsi funzionano e non necessitano di alcun cambiamento, perché i fidanzati di oggi sono contenti degli attuali corsi, perché in dieci, venti, trent’anni i corsi prematrimoniali sono stati aggiornati di continuo nella propria parrocchia o nelle esperienze interparrocchiali, perché si ha paura del cambiamento, perché è inutile se a cambiare non è la relazione di fondo e di rispetto reciproco tra laici e i presbiteri, perché tanto già si sa chi vorrà dire l’ultima parola in merito e, pare, non siano i laici, illustri ospiti parrocchiali. Insomma, mettere insieme il vissuto degli operatori è faticoso, com’è complesso voler tener conto di tutto e di tutti, dando sempre voce alle diversità emerse, emergenti e tuttora sommerse, che via, via che si entrerà nel processo appena avviato, lo renderanno entusiasmante e, oltre ogni immaginazione o benevola previsione, lungo. Sì, lungo. Diciamo processo lungo, partendo dalle impressioni a caldo degli odierni primi passi percorsi insieme e coralmente a più voci, ma anche processo a spirale. Dove per spirale intendiamo luci e ombre, personali, di coppia, del parroco, del gruppo di operatori; l’essere su o giù, individuale e collettivo; passare dall’ottimismo al pessimismo; dalla disperazione alla speranza; laici e presbiteri, insieme, con pari dignità nella medesima casa-Chiesa, spirale che, contestualizzando il vissuto ed il momento, metterà in luce ora l’uno, ora l’altro; ancora, coppie animatrici e fidanzati; “ai tempi miei…” e “buttiamo l’acqua sporca con tutto il bambino…”: mettiamoli insieme! E’ una sollecitazione moto forte, una sfida esaltante, ma anche una spirale, che mette in evidenza luci ed ombre di qualsiasi processo, di qualsiasi relazione e di qualsiasi gruppo che si muove per evolversi nel rispetto delle diversità, ma con la passione di voler servire la Chiesa locale e di arrivare ad offrire, come una delle espressione del servizio, un manuale d’uso dei nuovi percorsi prematrimoniali.
Questo manuale, oggi, volutamente non c’è. Si parte da una “bozza” su cui lavorare, tenendo conto delle esperienze dei sacerdoti e delle coppie impegnate nella pastorale familiare, tenendo conto dei fidanzati di oggi: senza il dono della Fede, conviventi, con figli, precedenti matrimoni, con il dono della Fede, che richiedono approfondimenti. Per ciascuno immaginiamo percorsi personalizzati a partire dal percorso unico nel gruppo. Come fare? Entrando in relazione con i partecipanti al corso. Formalmente possiamo chiamarli corsi, percorsi, ma sostanzialmente devono essere “incontri”. E’ un incontro tra persone, lì dove sono, nelle realtà che vivono quotidianamente. Solo così è possibile provare ad accogliere tutti, senza giudicare, creando un clima familiare, nel profondo ascolto e rispetto reciproco delle diversità. Solo così, si gettano le basi perché l’incontro sia personale, di coppia, del piccolo gruppo di fidanzati e, nello stesso tempo, curando la relazione uno ad uno, sia un percorso personalizzato di discernimento. Nel nostro incontro di stamattina, abbiamo sottolineato alcuni punti, che saranno ripetuti in questo processo appena avviato, e che elenchiamo brevemente anche e soprattutto per gli assenti: – Percorsi personalizzati per cercatori di Dio; accompagnamento dei conviventi; traghettatori dal municipio alla chiesa; amarsi e sposarsi nei matrimoni misti -. I cambiamenti proposti sono: – Piccoli gruppi di fidanzati e lavoro su schede tematiche; sostituzione dei relatori esperti e delle relazioni frontali con lavori individuali e di gruppo; contributi esperienziali di vita coniugale donati dalle coppie di sposi; abbandono delle sale piene di anonimi partecipanti.
Partiamo da qui, dagli operatori per la pastorale familiare assenti per i più svariati motivi ed impegni, e dai presenti: un sacerdote, un religioso ed un gruppetto di laici. Una preponderante presenza di sposi. Abbiamo lavorato su una delle schede, ci siamo confrontati e, soprattutto, ci siamo lasciati portandoci i compiti a casa. Lavoreremo a distanza, personalmente e con il proprio coniuge. Lavoro individuale e di coppia per i laici. Aspettiamo, ovviamente, i contributi personali dei sacerdoti e dei religiosi. Lavorando su questa bozza, in un processo che, non ci stancheremo mai di ripetere, si prospetta lungo e a spirale, auspichiamo di arrivare a definire un manuale, che l’equipe dell’ufficio andrà nelle zone pastorali ad illustrare. Teniamo anche conto che, laddove i sacerdoti ed i laici impegnati per la pastorale familiare dovessero richiedere una presentazione del nuovo metodo, e quindi a partire dall’attuale bozza di lavoro e molto prima della stesura del manuale definitivo, ci sarà sempre qualcuno dell’ufficio disponibile sia a presentare il metodo, sia a raccogliere le sollecitazioni ed i contributi di chi ha esperienza nella pastorale familiare e, in particolar modo, nei percorsi di preparazione al matrimonio e nei gruppi di giovani coppie di sposi. Ieri, dicevamo di metterci al lavoro apportando cambiamenti, cercando di migliorare, guardando avanti con speranza e gioia da trasmettere alle future famiglie. Oggi, verrebbe da dire che sono loro, i futuri sposi, le famiglie di domani, che ci danno gioia e speranza. Aggiungerei anche forza. Forza di resistere alla frammentazione ed alla frammentarietà organizzata o al pessimismo diffuso. Grazie a Dio, ci sono loro: il futuro, gli sposi di domani, l’inno alla vita, possibili spazi di Nuovo Annuncio. Il grigio che respiriamo e vediamo quotidianamente non è un tramonto, ma l’albeggiare di un nuovo giorno. Un domani che è futuro per noi, alcuni di noi, ma sarà certamente presente per i nuovi sposi.
Ufficio per la Pastorale Familiare