I ragazzi della parrocchia hanno voluto creare un piccolo coro, che abbiamo denominato AnimaSM (per riassumere Animazione Santa Messa). In esso si gioisce della partecipazione di alcuni piccoli musicisti che hanno intrapreso l’approccio allo strumento musicale grazie all’indirizzo musicale della scuola secondaria di primo grado dell’I.C. Ponte (Paupisi-Torrecuso). Da qui e dal desiderio di dare una continuità allo studio dello strumento musicale, sul territorio e nella vita sociale dei ragazzi, il nostro Parroco don Raffaele Pettenuzzo e la dirigente scolastica dott.ssa Marlène Viscariello hanno dato vita ad una Collaborazione che possa promuovere il Crescere Insieme in Armonia con il Canto, il Suonare strumenti musicali e la Danza. Speriamo, naturalmente, di poter far crescere tutto questo con tanti altri progetti di collaborazione territoriale.
“Appare il tuo corteo, Dio, il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario. Precedono i cantori, seguono i suonatori di cetra, insieme a fanciulle che suonano tamburelli.” (Salmo 64,25-26)
«La letizia cristiana, che il canto manifesta, deve scandire tutti i giorni della settimana e risuonare con forza la domenica, “giorno del Signore”, connotato da un precipuo carattere gioioso. Un intimo legame raccorda tra loro, da una parte, la musica ed il canto e, dall’altra, la contemplazione dei divini misteri e la preghiera. Il criterio che deve ispirare ogni composizione ed esecuzione di canti e di musica sacra è quello di una bellezza che inviti alla preghiera. Quando il canto e la musica sono segni della presenza e dell’azione dello Spirito Santo, favoriscono, in un certo modo, la comunione con la Trinità. La Liturgia diventa allora “opus Trinitatis”».(discorso di Giovanni Paolo II ai docenti ed allievi del pontificio istituto di musica sacra – venerdì, 19 gennaio 2001).
La voglia di Lodare il Signore, con amore, con gioia con tutto il cuore ha fatto sì che i ragazzi della parrocchia, sotto la “guida” di don Raffaele riscoprissero una forma di preghiera insolita, nuova per la nostra Parrocchia, ma Antichissima: la Danza Sacra così come è iscritta nella tradizione della Sacra Scrittura. La danza sacra è un modo di rivolgersi a Dio anche con il corpo, cioè, con tutto noi stessi, è un movimento del corpo e dell’anima in cui ci si lascia avvolgere da Dio. Si faccia attenzione, la danza nel tempio liturgico non è divertimento, non è uno spettacolo davanti ai fedeli, ma un modo Totale di Pregare, Pregare con il Cuore, con l’Anima e con il Corpo, quindi si partecipa col Cuore, non si assiste, non si applaude. La Bibbia, ci elargisce diverse informazioni sull’utilizzo della danza in senso Sacro, da parte del popolo ebraico e dei suoi maggiori esponenti, viva manifestazione della vitalità, dell’esultanza e della festa di un popolo in cui tutte le dimensioni umane sono perfettamente integrate: mente, cuore e spirito. S. Ambrogio afferma che il vero cristiano può danzare di fronte a Dio, come Davide, senza temere di vergognarsi, ma con l’attiva partecipazione dell’anima e del corpo. Sant’Agostino dice: “La danza (come il canto) muove l’anima”
Anche a Papa Wojtyla piaceva la danza liturgica, monsignor Piero Marini, maestro delle cerimonie liturgiche, ricorda: «Basta inserire alcuni elementi, all’ingresso, all’offertorio che fanno parte della vita del Paese di cui si è ospiti, perché la messa diventi subito familiare a chi vi prende parte. Anche i canti, a volte anche le danze: a Giovanni Paolo II tutto questo piaceva, voleva sempre condividere usanze e tradizioni»
In Brasile, ricorda ancora il cerimoniere liturgico del Santo Padre, “era stato chiesto di consentire la partecipazione delle danzatrici del balletto locale. Abbiamo consentito, e sono salite sulle due rampe di scale che contornavano l’altare. Durante la danza si è levato un po’ di vento, e i loro abiti sottili si sono appiccicati al corpo. Qualcuno dei prelati presenti ha manifestato disapprovazione. Ma non avevano sentito il Pontefice che ripeteva «Bello, bello» ”. C’è anche un altro episodio successivo (anno 2000) di cui è protagonista il cardinale Camillo Ruini, che non aveva gradito l’inserimento nella liturgia per i giovani di alcuni ragazzi che agitavano le braccia durante la celebrazione, e lo aveva fatto notare al Santo Padre: «Anche in quel caso Giovanni Paolo II non ne era affatto infastidito infatti alzava le braccia proprio come i ragazzi che lo circondavano, a ritmo di musica. E dimostrava di gradire e divertirsi».
Papa Francesco, in una omelia mattutina a Santa Marta, si è soffermato sulla descrizione della festa improvvisata da Davide per il rientro dell’arca dell’alleanza, sottolineando che, se ci chiudiamo nella formalità, la nostra preghiera diventa fredda e sterile.
“Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo da questa immagine gioiosa, la preghiera di lode di Davide, “lo portò a uscire da ogni compostezza e a danzare davanti al Signore” con “tutte le forze”. Questa, ha commentato, “era proprio la preghiera di lode!”. Ha proseguito papa Francesco “Ma, Padre, questo è per quelli del Rinnovamento nello Spirito, non per tutti i cristiani! No, la preghiera di lode è una preghiera cristiana per tutti noi! Nella Messa, tutti i giorni, […] Invece, ha avvertito, “quelli che si chiudono nella formalità di una preghiera fredda, misurata, forse finiscono come Mikal: nella sterilità della sua formalità”. Il Papa ha invitato, dunque, a immaginare Davide che danza “con tutte le forze davanti al Signore e pensiamo che bello sia fare la preghiera di lode”.
In occasione della visita di padre Edmondo Caruana O. Carm (Docente alla Claretianum di Roma – Decano dei Penitenzieri della Santa Sede, Capo Ufficio nell’Ufficio Editoriale della Libreria Editrice Vaticana), presso la nostra parrocchia per una Catechesi su «S. Giovanni Paolo II», che lui ha conosciuto da vicino, i ragazzi hanno avuto occasione di presentare il loro lavoro in canto, danza e musica anche durante la celebrazione della S. Messa officiata dallo stesso padre Edmondo, il quale si è complimentato con operatori parrocchiali e ragazzi esortandoli ad andare avanti, così come lo stesso papa Wojtyla esortava i giovani a perseverare ed aprire le braccia a Cristo.
Lucia Procaccini